Le neurodiversità nel soccorso pre-ospedaliero: un gap colmabile?

VOL.2 | ISSUE 03 | ANNO 2022

DOI ON ASSIGNMENT

ISSN 2674-0028

AUTORI:

Baldini Fabio; Infermiere, Dipartimento di Emergenza e Accettazione, Pronto Soccorso, Ausl della Romagna, Ravenna. E-mail: fabiobaldini1994@hotmail.it

Milazzo Chiara; Pedagogista, Ravenna.

De Luca Walter; Infermiere, Emergenza Territoriale 118, Ausl della Romagna, Ravenna. Comitato Scientifico SIIET.

Gli autori dichiarano che non hanno conflitti di interesse associati a questo studio.

LETTERA ALL’EDITORE

Descrizione

L’incontro tra il personale preospedaliero e i bambini con autismo non è più un evento raro. Numerosi fattori hanno reso questo incontro sempre più frequente. La scarsa conoscenza di questa neurodiversità può mettere in gioco numerose criticità. 

All’editore,

I bambini con Disturbo dello Spettro Autistico (Autism Spectrum Disorders/ASD) rappresentano una popolazione di pazienti unica, la cui condizione è rappresentata da un disturbo dello sviluppo che porta a complicazioni nelle funzioni sociali e comunicative [1]. Con una prevalenza dei casi segnalati di ASD, aumentata negli ultimi 30 anni [2], oggi, in Europa, si stima che questa neurodiversità sia presente in 1 bambino su 89 [3]. Rispetto ai bambini normotipici, i bambini con ASD sono maggiormente propensi al vagabondaggio ed alla fuga: è dimostrato come circa il 50% di loro tenda a fuggire almeno una volta superati i 4 anni di età, allontanandosi maggiormente da luoghi come la propria casa o scuola [4]. Le possibili ragioni di questo comportamento sono da ricercare sia nella necessità di allontanarsi da una situazione ritenuta difficile da gestire, sia nel voler raggiungere un determinato luogo [4]. Da ciò potrebbe derivare un aumento della mortalità di questi individui, la quale è fino a quasi 3 volte maggiore rispetto alla popolazione generale, a seguito di lesioni non intenzionali [5].  Guan et al [5] riconoscono che la mortalità nei bambini con ASD, in età inferiore a 15 anni sia da imputare ad annegamento, soffocamento ed asfissia: esse rappresentano l’80% della mortalità totale nei bambini autistici. I bambini con autismo rappresentano una categoria di pazienti che frequentemente usufruiscono dei servizi di emergenza medica (Emergency Medical Services/EMS) all’interno della popolazione pediatrica [6]. Secondo uno studio [7], il 13% dei genitori intervistati dichiara che i loro figli hanno utilizzato almeno un servizio di emergenza, in un periodo di ricerca durato 2 mesi. Tenendo in considerazione quanto detto finora, è possibile ipotizzare come il personale EMS possa incontrare e interagire frequentemente con bambini con ASD. La presenza di difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale rendono questi bambini estremamente vulnerabili verso il mondo esterno, causando risposte negative ed imprevedibili verso i soccorritori. Gli stessi bambini potrebbero presentarsi al clinico con inusuali elaborazioni sensoriali, unite a reazioni di iper-ipo-reattività [8], determinate da precisi stimoli esterni (es. rumore della folla, contatto fisico, luci e sirene dell’ambulanza). Interfacciarsi con bambini neurodiversi potrebbe risultare difficile per gli infermieri di emergenza territoriale. Quando si valuta la letteratura sull’argomento, essa, risulta estremamente esigua, tanto più se si cerca un’associazione tra personale infermieristico e soccorso preospedaliero al giovane paziente con ASD. Per tale motivo si è reso necessario ampliare la ricerca bibliografica includendo studi che trattino il soccorso svolto da altre figure professionali. Sia il mondo extraospedaliero per i paramedici, sia il mondo intraospedaliero per gli infermieri e i medici di Pronto Soccorso, sono concordi nel riconoscere, nel loro agire lavorativo quotidiano, una scarsa preparazione nella presa in carico dei bambini nello Spettro Autistico [6,9]. McGonigle et al [10] dimostrano, come, attraverso lo sviluppo di materiali didattici e formativi, si possa aumentare la conoscenza del personale EMS in tema di ASD; nonostante Wachob et al [11] abbiano osservato come formazioni specifiche sull’argomento non impattassero significativamente sulla conoscenza del personale preospedaliero. Entrambi gli studi [10,11] sono concordi nel suggerire come una maggiore formazione tra il personale EMS portasse ad un aumento del comfort, inteso come una sicurezza nell’interazione e nel rispondere ai bisogni di un paziente autistico [11]. Dai pochi dati disponibili, si rende evidente la necessità di realizzare corsi specifici rivolti ai professionisti, al fine di migliorare le loro abilità di approccio e di comunicazione nei confronti dei bambini neurodiversi. All’interno delle forze dell’ordine è possibile reperire testimonianze positive di come interventi formativi abbiano implementato la fiducia nell’identificare e nell’interagire con persone con ASD [12,13]. Possedere adeguate conoscenze sull’autismo potrebbe essere la chiave per garantire un’esperienza positiva ai bambini con ASD che interagiscono coi servizi di emergenza.  

Dichiarazione sui conflitti di interesse: Gli autori dichiarano che non hanno conflitti di interesse associati a questo studio. 


Bibliografia:

1.     APA. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Fifth Edition. Washington, DC: American Psychiatric Association, 2013.

2.     Linnsand P, Gillberg C, Nilses Å, Hagberg B, Nygren G. A High Prevalence of Autism Spectrum Disorder in Preschool Children in an Immigrant, Multiethnic Population in Sweden: Challenges for Health Care. J Autism DevDisord. 2021;51(2):538-49.

3.     ASDEU. Autism Spectrum Disorders in the European Union (ASDEU). Disponibile a: http://asdeu.eu/wp-content/uploads/2016/12/ASDEUExecSummary27September2018.pdf. Ultimo accesso: 11 Marzo 2022. 

4.     Anderson C, Law JK, Daniels A, Rice C, Mandell DS, Hagopian L, et al. Occurrence and family impact of elopement in children with autism spectrum disorders. Pediatrics. 2012; 130(5):870-7.

5.     Guan J, Li G. Injury Mortality in Individuals With Autism. Am J Public Health. 2017;107(5):791-3.

6.     Stephens J. Meeting the needs of children with autism and their parents during out of hospital interactions with paramedics. Diss. QueenslandUniversity of Technology, 2018.

7.     Lunsky Y, Paquette-Smith M, Weiss JA, Lee J. Predictors of emergency service use in adolescents and adults with autism spectrum disorder living with family. EmergMed J. 2015;32(10):787-92.

8.     Güçlü B, Tanidir C, Mukaddes NM, Unal F. Tactile sensitivity of normal and autistic children. Somatosens Mot Res. 2007;24(1-2):21-33. 

9.     Zwaigenbaum L, Nicholas DB, Muskat B, Kilmer C, Newton AS, Craig WR, et al. Perspectives of Health Care Providers Regarding Emergency Department Care of Children and Youth with Autism Spectrum Disorder. J Autism Dev Disord. 2016;46(5):1725-36.

10.  McGonigle JJ, Migyanka JM, Glor-Scheib SJ, Cramer R, Fratangeli JJ, Hegde GG, et al. Development and evaluation of educational materials for pre-hospital and emergency department personnel on the care of patients with autism spectrum disorder. J Autism Dev Disord. 2014;44(5):1252-9.

11.  Wachob D, Pesci LJ. Brief Report: Knowledge and Confidence of Emergency Medical Service Personnel Involving Treatment of an Individual with Autism Spectrum Disorder. J Autism Dev Disord. 2017;47(3):887-91.

12.  Teagardin J, Dixon DR, Smith MN, Granpeesheh D. Randomized trial of law enforcement training on autism spectrum disorders. Research in Autism Spectrum Disorder.2012; 6(3):1113-8. 

13.  Murphy V, Kelleher MJ, Gulati G. Autism awareness training for An Garda Síochána (Letter to the Editor). Irish Journal of Psychological Medicine. 2017;35:345–6.

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