La Green Anesthesia, la nuova frontiera della Medicina eco-sostenibile

La Green Anesthesia, la nuova frontiera della Medicina eco-sostenibile
Articolo di: Mario Robusti, Matteo Storti Gajani
L’attenzione alle tematiche ambientali, negli ultimi anni, ha subìto un netto aumento. Enti pubblici, persone ed aziende stanno prestando sempre più attenzione ai loro comportamenti per cercare di contribuire alla dura lotta al cambiamento climatico, fenomeno risultante da fattori geologici e comportamenti collettivi che influenzano il futuro e la sopravvivenza del genere umano.
Nell’ambito della Medicina, specie nel mondo anglosassone, già da anni si dibatte di “Sanità Green”. Con questo termine, si vuole indicare un nuovo approccio al sistema sanitario, volto ad indagare tutte le possibili strategie attuabili per contenere l’impatto climatico di alcune procedure, rifiuti e presìdi.
Nel mondo dell’Anestesia, questa tematica sta diventando sempre più centrale poiché, ad esempio, isoflurano, sevoflurano e desflurano sono riconosciuti come gas serra e in quanto tali intrappolano il calore, danneggiano lo strato di ozono terrestre e contribuiscono al cambiamento climatico.
Tali gas, subiscono poche trasformazioni metaboliche all’interno del corpo. Secondo uno studio condotto da Anesthesia Progress1 emerge come i pazienti metabolizzano meno del 5% di questi gas. La restante componente farmacologica viene emessa in una forma gassosa che quando espirata può contribuire all’inquinamento ambientale. Sebbene la pratica anestesiologica abbia un impatto decisamente minore rispetto al settore industriale “i professionisti del settore dovrebbero cercare di ridurre al minimo l’inquinamento atmosferico non indispensabile”.
Secondo Anesthesia Progress, “la vigilanza, l’istruzione e l’attuazione di tali strategie possono ottimizzare le pratiche anestesiologiche al fine di ottenere un ambiente sano per la Sala operatoria e per l’Atmosfera”.
A tal proposito, abbiamo intervistato il dott. Simone Priolo, Anestesista Rianimatore.
Dottor Priolo, in poche parole, in cosa consiste la Green Anesthesia?
Il concetto di Green Anesthesia è un concetto molto ampio. Il punto chiave, riguarda il comportamento di noi professionisti sanitari. In primo luogo, il nostro comportamento deve essere atto a tutelare il bene del paziente ed i suoi interessi; in secondo luogo occorre effettuare delle valutazioni e delle azioni volte a scegliere consapevolmente presìdi, farmaci e comportamenti atti anche alla salvaguardia dell’ambiente.
Per quale motivo questa rivoluzione parte proprio dal mondo dell’Anestesia?
Nel campo dell’Anestesia, vi è un uso importante di Farmaci volatili che vengono emessi direttamente in Atmosfera. Alcuni dei farmaci utilizzati, come ad esempio isoflurano, sevoflurano e desflurano, rientrano nella categoria dei così detti “Gas Serra” e durante le procedure mediche vengono rilasciati direttamente in Atmosfera. Paragonando l’attività anestesiologica a quella industriale è chiaro come la prima sia nettamente minore, tuttavia occorre ugualmente interrogarsi sugli effetti ed eventualmente, dove possibile, adottare strategie comportamentali differenti.
Non sarebbe più facile adottare dei sistemi di cattura?
In alcuni paesi, esistono dei sistemi di filtraggio capaci di trattenere i vapori esalati dai pazienti in anestesia generale che altrimenti verrebbero liberati direttamente in Atmosfera. Questi sistemi, sono capaci di trattenere queste molecole di scarto al fine di garantire un’emissione di gas serra estremamente ridotta. Al momento, esistono anche alcuni studi volti ad indagare la possibilità di riciclare questi GAS. In Germania ed in Austria, ad esempio, sono già disponibili tecnologie simili volte a garantire il massimo della sostenibilità ed il massimo del beneficio per il paziente.
Riciclo, Riuso e Riutilizzo sono pratiche che nell’organizzazione della Sala stanno guadagnando terreno?
La metodologia delle 3 o delle 5 “R” sta lentamente entrando nelle decisioni cliniche di molti professionisti, tuttavia la scelta più “potente” in termini di Green Anesthesia, è sempre la valutazione del paziente, del tipo di anestesia da svolgere e dei vari farmaci disponibili. La scelta di un farmaco o presìdio a basso impatto climatico piuttosto che un’altro ad alto impatto -chiaramente a parità di trattamento e beneficio del paziente- rimane la scelta più forte.
Cosa pensa della proposta della Comunità Europea di bandire alcuni farmaci pericolosi per l’ambiente?
La Comunità Europea, nell’ambito dell’Anestesia, ha disposto a partire dal 1 Gennaio 2026 il ritiro dal commercio di alcune molecole. In questo senso, stanno prendendo posizione diverse società scientifiche al fine di consentire al Medico una libera scelta della molecola più indicata per trattare col maggior beneficio possibile il Paziente. A mio personale avviso, Il beneficio clinico deve essere sempre prioritario rispetto all’impatto ambientale di un farmaco. Laddove in due scenari farmacologici diversi il beneficio clinico del paziente sia identico, sarà possibile scegliere (a discrezione del professionista) quale farmaco utilizzare per garantire la tutela dell’ambiente senza rischi per il paziente.
Qual è il punto chiave del comportamento di un Medico Anestesista in termini di Green Anesthesia?
Le società scientifiche si stanno adoperando per tutelare il “portafogli farmacologico” a disposizione dei Medici Anestesisti. A questo proposito, la responsabilità di adottare comportamenti “green” sarà incentrata prevalentemente sul professionista che, con le proprie scelte, volte prioritariamente a tutelare il bene dell’assistito, utilizzerà un farmaco piuttosto che un’altro, così da tutelare i comuni interessi. L’anestesista, oggi, non può più non pensare all’impatto ambientale delle proprie scelte in termini di presìdi utilizzati, di farmaci e di procedure.
Bibliografia
- Yasny JS, White J. Environmental implications of anesthetic gases. Anesth Prog. 2012 Winter;59(4)
- Foto, fonte Dickson: https://info.dicksondata.com/blog/green-anesthesia-connecting-patient-care-with-planet-care
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